20 gennaio 2017

I Francesi e i cimiteri. Come cambiano le regole per seppellire i morti a Roma.

ASR- Congregazione de Buon governo 
(particolare)

Seguendo una tradizione che ha origini medioevali, per i cattolici la massima aspirazione, una volta morti, era quella di riposare all’interno delle chiese, e i luoghi più ricercati erano proprio quelli adiacenti alle reliquie o comunque agli altari dove si celebrava messa. 
Questi spazi, ovviamente, erano appannaggio dei più ricchi e potenti. 
E così a Roma anche la morte era collegata allo status sociale del defunto. E girando per le tante chiese di Roma è ancora possibile vedere, e in tanti casi anche ammirare, vari tipi di tombe: lastre tombali poste sul pavimento o sulle pareti, veri e propri monumenti funerari, alcuni sistemati in cappelle di famiglie nobili, antichi sarcofagi (etc)...
Ai poveri veniva riservato un altro trattamento: i loro cadaveri erano relegati sotto il chiostro in larghe e profonde fosse comuni senza bara, semplicemente cuciti nei loro sudari. E quando queste fosse erano troppo piene, venivano chiuse e gli scheletri spostati  nelle gallerie dei chiostri, nei solai della chiesa, o sotto i fianchi delle volte e anche contro muri e pilastri.


IL PARROCO GESTIVA FUNERALI E TUMULAZIONE. I funerali e la tumulazione dei cadaveri all’interno delle chiese era gestito dai parroci, fino al XIX secolo.
Chiesa di Santa Maria del popolo
Sontuosa tomba
della principessa di Piombino
(M.Eleonora 
Boncompagni 
Ludovisi)
Nel corso dei secoli tale operazione era diventata un vero e proprio introito per le parrocchie, tanto che la celebrazione di un funerale al di fuori della parrocchia doveva essere seriamente motivata da parte degli eredi e era fonte di un indennizzo. Accanto ai parroci erano sorte delle confraternite laicali impegnate in varie opere di assistenza sociale, che davano anche sepoltura solenne ai cadaveri dei propri Associati. Addirittura nel secolo XVI era sorta  La compagnia della morte, che aveva come primo primo scopo statutario, di seppellire i cadaveri dei poveri, in special modo di quelli abbandonati nelle campagne.
PROBLEMI DI IGIENE. Nel XIX secolo l'idea che le sepolture in chiesa fossero pericolose per l'igiene pubblica era divenuta di dominio comune. Infatti alla luce delle nuove conoscenze mediche e igieniche, in vari Paesi, si era da tempo provveduto alla creazione di cimiteri lontani dalle città, in cui solitamente si usava seppellire a sterro (ossia in terra), metodo di sepoltura ritenuto più salubre e sicuro.

LA COSTRUZIONE DI NUOVI CIMITERI. Nel 1809 i francesi occupano Roma, che viene così annessa all'impero francese. Immediatamente, con decreto imperiale il 17 maggio 1809,a Roma è istituita da Napoleone una Consulta straordinaria per gli Stati romani che operò dal 1° giugno 1809 al 31 dicembre 1810, data dell'ultima seduta. 
Fu un governo provvisorio incaricato di prendere possesso in nome dell'imperatore dei territori già pontifici e di provvedere alla loro riorganizzazione.
Va detto che in generale l'attività della Consulta straordinaria per gli Stati romani  è stata particolarmente efficace, con numerosi decreti emanati, nell'introdurre parecchie riforme amministrative, giuridiche e sociali di Roma e dello Stato pontificio. 
Il problema di dove seppellire i morti era già stato affrontato nel territorio francese. E di conseguenza l’editto di Saint Cloud (1804) - che imponeva che le tumulazioni avvenissero fuori dal centro abitato e (soprattutto) che le lapidi dei “cittadini” fossero tutte identiche - era stato esteso all’Italia, allora sotto il dominio napoleonico: un provvedimento che aveva dato avvio ad accesi dibattiti tra gli intellettuali del tempo, come Ugo Foscolo che nel 1806 scrisse I sepolcri, un carme ispirato proprio a questa questione.
Beato Angelico,
 Sepoltura dei
santi Cosma e Damiano
In applicazione dell'editto di Saint-Cloud si prevedeva il divieto in tutti gli stati francesi dell’inumazione nelle chiese e nei centri urbani e anche nei territori ex-pontifici si sarebbe dovuta avviare una riforma nel settore dei cimiteri.
Così nel 1809, la Consulta straordinaria pone tra i lavori più urgenti da intraprendere quelli relativi alla costruzione di cimiteri fuori le mura della città, allo scopo di tutelare la popolazione, che ormai si aggirava intorno alle 134.000 unità, dai pericoli derivanti dal dilagare di eventuali epidemie 

Con decreto del 19 luglio 1809, la Consulta proibisce le  sepolture  all’interno delle chiese, perchè estremamente nocive per la salute degli abitanti.  Infine ordina che per l’avvenire le tumulazioni venissero realizzate in «cimiterj situati fuori il recinto della città di Roma».
Lo stesso  decreto affidava a due famosi architetti Giuseppe Camporese e Raffaele Stern l’incarico di presentare, di concerto col medico dottor Domenico Morichini, un rapporto indicando i terreni  più adattati a formare dei cimiteri fuori delle mura della città di Roma con stima dei costi relativi.

Gustave Courbet. Funerale a 
Ornans.
1849-1850.
Museo d'OrsayParigi.

CIMITERI DEL VERANO E PINETO SACCHETTI. Il Piano fu effettivamente presentato e approvato nel novembre 1809 e prevedeva due cimiteri: uno presso la chiesa di San Lorenzo fuori le Mura, (da realizzarsi sulle antiche catacombe di Santa Ciriaca), l’altro al Pigneto Sacchetti, (posto nella Valle dell’Inferno, tra Monte Mario e Villa Sacchetti).Quest'ultimo 
fu però definitivamente sospeso nel 1814, in quanto non trovò l'approvazione della pubblica opinione (forse a causa del nome Valle dell' Inferno !!!). Diverso il caso del Verano,  perchè nel 1811  iniziano i lavori per la realizzazione del primo nucleo, progettato da Giuseppe Valadier, che vengono interrotti nel periodo della restaurazione (1814), quando prevale nuovamente l’uso di seppellire i defunti all’interno delle chiese. 
Riprendono negli anni Trenta, sotto il pontificato di Gregorio XVI (1831-1846), quando per volere del cardinal vicario Carlo Odescalchi vengono redatte le nuove normative cimiteriali. Nel 1837 un nuovo impulso ai lavori si rende necessario a causa di un’epidemia di colera asiatico, che imperversa sulla città provocando oltre 13.000 morti.


Cimitero del Verano
entrata principale
 (particolare)
CONCLUSIONI. Però nonostante la restaurazione del governo pontificio 1814, questa, ed altre, importanti riforme non potevano essere cancellate. Ovviamente il percorso fu tutto in salita a causa di parecchie controversie di natura politica e sociale, tanto che la situazione si bloccò solo  solo con l’intervento di Pio IX(1846-1870)deciso a imprimere un volto nuovo e più moderno alla città, attraverso la realizzazione di grandiose opere pubbliche e la riorganizzazione dell’amministrazione comunale,

LE FONTI E LA BIBLIOGRAFIA. I decreti della Consulta straordinaria per gli Stati romani sono conservati presso l'Archivio di Stato di Roma. Per completare questa  complessa vicenda, la ricerca si deve ampliare con  altri fondi archivistici, quali la Congregazione del buon governo, il Ministero dell'Interno, la Sacra Consulta e la Congregazione di Sanità. Inoltre è necessario consultare le carte  dell' ARCHIVIO DEL COMUNE MODERNO PREUNITARIO (1848-1870) conservato presso l' Archivio storico capitolino. 
Per saperne di più:  La modernizzazione della morte a Roma
dall’epoca napoleonica al 1870 di Paola Carla Marroni, sta in Dimensioni e problemi della ricerca storica, a. 1998, 2.