27 aprile 2016

Caravaggio a Roma (1). Nuovi documenti cambiano dettagli della sua vita.

A Roma l'irrequieto pittore Michelangelo Merisi, più conosciuto come Caravaggio (Milano, 1571 – Porto Ercole1610), arriva giovanissimo. 
Ma quando precisamente arrivò Caravaggio a Roma? Dove si sistemò e presso quali pittori cominciò a dipingere?
La risposta è affidata a due documenti inediti, ritrovati nell’Archivio di Stato di Roma, che costituiscono ad oggi la prima testimonianza in assoluto della presenza di Michelangelo Merisi nella capitale. 

NUOVI DOCUMENTI CAMBIANO LA STORIA DI CARAVAGGIO A ROMA. Il primo documento è una lunga deposizione inedita del barbiere di Caravaggio, ritrovata in un registro di carte giudiziarie, che rivela incredibili e preziose notizie sull’arrivo del pittore nella Capitale e sugli esordi della sua attività artistica nella bottega di un pittore siciliano, Lorenzo Carli, in via della Scrofa; e un secondo importantissimo documento inedito contiene la descrizione dei quadri presenti in quella bottega nel 1597. 
Queste carte cambiano la storia delle vicende relative a Caravaggio durante il suo soggiorno romano.
Attestano infatti il suo arrivo a Roma all’età di 25 anni e non a vent’anni come finora creduto e offrono dettagli circa la sua sistemazione presso la bottega di un pittore siciliano, Lorenzo Carli, che viveva con la moglie e i figli in via della Scrofa. Così si arricchiscono di novità gli esordi del giovane pittore nella Roma di Clemente VIII

A ROMA CARAVAGGIO LAVORA DAL PITTORE CARLI. La straordinaria scoperta documentaria ha permesso così di ridatare l’arrivo di Merisi nella capitale alla fine del 1595 e di ricostruirne l’attività iniziale presso il pittore siciliano.
Quindi Caravaggio frequentava la casa e la bottega del siciliano Lorenzo Carli, marito di Faustina Juvarra: una figura fondamentale e finora oscura, quella del pittore siciliano, che un nuovo documento permette di delineare meglio.  
Si conferma l’ipotesi che Merisi non sia giunto a Roma nel 1593, come finora ritenuto, ma appunto nel 1595
Ma perchè è importante questo cambio di date? 
Salta così la datazione dei suoi dipinti giovanili, e di conseguenza si deve ripensare l’evoluzione di tutto il suo iter artistico sia a Milano che a Roma. 
Infatti, poiché l’ultimo documento che testimonia la presenza di Caravaggio a Milano è del 1° luglio 1592, si allunga l’arco temporale durante il quale non si conosce assolutamente nulla delle sue opere e della sua vita prima dell’arrivo a Roma, dove dunque la sua parabola artistica coprirebbe un periodo più breve di quanto finora ritenuto. 

CARAVAGGIO VIVE NEL RIONE CAMPOMARZIO. Le vicende che vedono coinvolti Caravaggio e questi personaggi si svolgono per le strade e le piazze del rione Campo Marzio e della contrada della Scrofa, tra piazza di S. Agostino e S. Luigi dei Francesi, palazzo Madama e palazzo Giustiniani, la Rotonda e piazza Navona, nelle botteghe e nelle osterie da lui frequentate.
Veniamo così a conoscere stralci della sua vita quotidiana, e soprattutto i legami stabiliti dal pittore con gli artigiani, gli artisti e i primi importanti mecenati che lo “sollevarono” dalla miseria e lo fecero conoscere sulla scena artistica della capitale.

Ottavio Leoni, Ritratto
del Cardinal Francesco Maria del Monte

CARAVAGGIO DESCRITTO DAL BARBIERE PIETROPAOLO. Il primo documento ritrovato è dell'11 luglio 1597 e contiene un interrogatorio di un giovane garzone di barbiere, che si chiamava Pietropaolo Pellegrini, sospettato di essere coinvolto in un’aggressione al musico Angelo Zanconi, avvenuta una notte d’estate del 1597 nella zona tra via della Scrofa, la chiesa di S. Agostino e via del Pozzo delle Cornacchie. 
Nel corso di un'indagine del Tribunale del governatore di Roma, le cui carte sono conservate presso l'Archivio di Stato di Roma, tre testimoni citano Caravaggio come persona coinvolta nell'aggressione ad un certo Pietropaolo, garzone nella bottega di Marco, barbiere a Sant'Agostino.
La deposizione di Pietropaolo si è rivelata di eccezionale importanza, perché il garzone conosceva bene Caravaggio e riporta particolari di grande interesse sia sull’aspetto fisico che sull’attività artistica del giovane Merisi presso la bottega di Lorenzo Carli, pittore siciliano in via della Scrofa.

ASR, prospetto dell'Hosteria
della
Lupa (1695)

Quella sera Caravaggio, tornando a casa dopo aver cenato all’osteria della Lupa, insieme al mercante di quadri Costantino Spada e al pittore Prospero Orsi, assistette alla scena e raccolse il mantello, detto all'epoca ferraiolo caduto all’aggredito. Il barbiere Pietropaolo, anche lui milanese di origine, precisa:

Questo pittore che me dette il ferraiolo si dimanda Michelangelo, che al parlare tengo sia milanese. Poi si corresse: mettete lombardo per che lui parla alla lombarda.

Quindi Caravaggio trova il ferraiolo sul luogo dell'assalto e lo restituisce al garzone Pietropaolo. Questi però nega di esserne il proprietario e lo riporta in una bottega di barbieri presso il Pozzo delle Cornacchie. 

L'episodio e le altre testimonianze di Luca figlio del barbiere Marco e di Costantino Prospero, compagni di osteria di Caravaggio, non sono però affatto chiare! 
E la versione proposta finora dalla critica che riconosce in Pietropaolo la vittima dell'aggressione è inesatta. 
Infatti grazie a due documenti inediti ritrovati nell'Archivio di Stato di Roma si può far luce su questo episodio. 

UN AGGRESSIONE NELLA NOTTE. Sembra il set di un film: Roma in una calda notte estiva, il buio che caratterizzava la città, i vicoli bui, uomini con mantelli a coprire armi e coltelli....poi un'aggressione ..una delle tante...


La denuncia all'origine del procedimento, in cui è coinvolto anche Caravaggio, è quella sporta da Angelo Zanconi "musico al Pozzo delle Cornacchie". Il fatto avviene martedì 8 luglio 1597  alle ore 22.30 circa, mentre Zanconi rientra a casa. Il musico è aggredito da un uomo e colpito al ginocchio con un bastone; altri lo inseguono con le spade e, nella fuga, perde il cappello e il ferraiolo (mantello).

Zanconi chiede che sia ascoltato come testimone Pietropaolo, il garzone citato, dal quale ha riavuto il mantello
ASR, Querela del musico
Angelo Zanconi
(1597 luglio 11)


Davanti ai giudici, Pietropaolo  in un primo momento è reticente e dice di non sapere  chi gli ha riportato il ferraiolo. Viene perciò imprigionato. Spaventato dalla notte passata in carcere, decide di raccontare tutto. 
E' vero non sa dove trovare il pittore, ma può dirne il nome:  si chiama Michelangelo e lo conosce dalla primavera del 1596 perchè lavorava nella "bottega di un pittore che stava in sulla strada per andare alla scrofa", mastro Lorenzo (Carli) , morto durante la quaresima. 
Prima di descrivere Caravaggio, Pietropaolo, essendo milanese, riferisce un particolare interessante sulla provenienza geografica di questo pittore che "parla alla lombarda". Anche nella descrizione fisica di Caravaggio, Pietropaolo conferma quanto testimoniato dall'altro interrogato Luca, figlio del barbiere Marco : circa 28 anni, giusta statura, robusto più che grasso, dal colorito olivastro e con la barba scura e rada. Veste di nero a volte veste bene altre no...Pietropaolo e Luca si sono parlati? Sembrerebbe di sì! Luca però prende le distanze da Caravaggio definendolo : Un giovenaccio ...  e ricorda che frequentava la sua barberia. 

Come è noto i barbieri svolgevano anche la funzione di chirurghi prestando il primo soccorso ai feriti non gravi.  Luca riporta nell'interrogatorio un altro episodio su Caravaggio  medicato per una forchiatura ad una gamba in una delle tante liti che lo vedono protagonista a Roma. 
ASR, Prima pagina della Deposizione 
inedita di Pietropaolo
Pellegrini,
barbiere, amico e conoscente
di Caravaggio (1597 luglio 11)
Caravaggio quindi, è sempre Pietropaolo che parla, avrebbe consegnato il ferraiolo verso le 21,15 sulla porta della bottega. Il giorno dopo, da Pietropaolo il ferraiolo viene riconsegnato a Tommaso Zanconi, uno dei fratelli barbieri alle Cornacchie, riconosciuto per via della voce. Infine nella stessa deposizione si riferiscono particolari sull' aggressione ad Angelo, appresi proprio dalla viva voce di Angelo e  Tommaso, passati nella bottega di Marco, suo datore di lavoro.
Seguono altri interrogatori, tesi a chiarire i motivi dell'assalto Zanconi, il numero dei partecipanti  (etc).

Il documento citato lascia però senza risposta su quanto è davvero accaduto quella famosa notte. Quale era stato il ruolo di Caravaggio nella vicenda? Perchè il pittore non viene interrogato? Caravaggio partecipa all'assalto o compie soltanto un atto di generosità restituendo il ferraiolo?

Leggi i documenti [...]

Guarda i video della Mostra

"Caravaggio a Roma. Una vita dal vero" (2011) Ideata e diretta da Eugenio Lo Sardo, a cura di Orietta Verdi e Michele Di Sivo.



Leggi gli altri capitoli
2. Caravaggio a Roma (2). Rivalità, invidia e querele fra pittori nel 1603 
clicca qui >>

---------------------
1) Mostra "Caravaggio a Roma. Una vita dal vero", Roma , 2011. Ideata e diretta da Eugenio Lo Sardo, a cura di Orietta Verdi e Michele Di Sivo.